Luoghi d'interesse
Il Duomo

Il Duomo risale al XI secolo, ricostruito nel 1184 dopo un terremoto, venne nuovamente consacrato dal
cardinale Niccolò Chiaromonte nel 1222, anno in cui l’imperatore Federico II donò alla città la stauroteca,
ovvero un reliquiario a forma di croce con all’interno un frammento della Santa Croce. Nei secoli il Duomo
ha subito numerosi interventi, tra i quali q uello di fine Settecento,
che ne modificò l’interno in stile
barocco. Nel 1831 fu invece la facciata a essere ricreata in stile gotico. Nonostante i vari cambiamenti,
essa presenta in parte l’originario stile romanico, tre grandi portali ogivali e un rosone centrale affiancato
da due più piccoli. All’interno, suddivis o in tre navate, si trovano la Cappella della Patrona, la Madonna
del Pilerio e la cappella barocca del SS. Sacramento, con un crocifisso quattrocentesco in legno.
Alla destra della zona absidale ci sono le spoglie dei patrioti cosentini caduti nel 1844 e, prima che
venissero trasferite a Venezia, anche quelle dei fratelli Bandiera. Infine da segnalare nel transetto sinistro
il sepolcro in stile gotico di Isabella d’Aragona, morta nel 1271 a Cosenza.
Il Castello

Sulla parte più alta del centro storico della città di Cosenza, sorge il castello che manifesta esteriormente la
sua architettura sveva. Il castello di Cosenza sorge su una motta, cioè una collina artificiale eretta con terreno
di risulta proveniente dallo scavo del fossato che circonda il castello stesso. Il terrapieno, di origine artificiale,
fu edificato intorno al VI secolo a.C. dai Brettii che appunto spianarono e rimodellarono la cima del colle. Insieme a
quello di Roseto Capo Spulico, il castello di Cosenza, discretamente conservato, rappresenta comunque una delle migliori
testimonianze dell’architettura sveva in Calabria.
Il maniero venne edificato sopra una precedente fortificazione bizantina del 937 d.C. che ebbe un ruolo fondamentale
nella difesa della città di Cosenza dagli assalti dei saraceni. Il castello venne poi rifatto nel XII secolo da
Ruggiero il Normanno insieme ai castri di Santa Severina e di Altavilla. Ma nel 1240 subì un pesante rifacimento
ad opera di Federico II di Svevia, che gli diede l’attuale sistemazione architettonica. Il re svevo fece aggiungere
le due torri ottagonali lungo il lato meridionale del castello, con ampi rifacimenti del cortile interno. Da quel momento
l’architettura del castello di Cosenza rimase molto condizionata, tanto che il mastio venne definito appunto castello svevo.
Esso presenta infatti una pianta rettangolare con cortile centrale ed una torre angolare residua a pianta ottagonale,
l’unica rimasta, e tipica delle costruzioni sveve, la cui altezza doveva essere compresa tra i 18 e i 23 metri, in
linea con le altre costruzioni sveve in Europa in voga nel XIII secolo.
Sotto gli Angioini il fortilizio di Cosenza divenne dimora reale, infatti nel 1433 vi dimorarono Luigi III d’Angiò e
Margherita di Savoia, giunti a governare la provincia Calabrese. Nel 1459 vi dimorò anche il re Alfonso d’Aragona quando
ancora la corona di Spagna non era unificata con i Castiglia, poi nel corso del XVI secolo gli spagnoli, riadattarono il
castello di Cosenza a fortezza militare. A questo scopo, vennero costruiti ed ampliati i locali per le munizioni, la
fucina ed i magazzini a pian terreno. I terremoti susseguitisi nel corso dei secoli 1600 e 1700 devastarono l’architettura
originaria del castro che oggi comunque conserva intatte alcune parti che ne risaltano lo stile svevo.
La Villa Vecchia
La Villa Vecchia è il giardino comunale di Cosenza, certo non l’unico ma probabilmente il più amato dalla popolazione.
Si trova nel cuore del centro storico (meglio noto in città come “Cosenza Vecchia”) a ridosso di quella che tutti hanno
sempre chiamato Piazza Prefettura (in realtà è Piazza 15 Marzo) nonostante ormai il palazzo del Prefetto sia divenuto
sede della Provincia. La Villa è stata recentemente ristrutturata e le sono stati aggiunti vicoli, spazi verdi, statue,
fontane
ed anche un grazioso spazio destinato a rappresentazioni teatrali all’interno di un laghetto artificiale cui
gli artisti accedono dal retro. Qui si tengono diverse manifestazioni culturali di grande richiamo anche per gli abitanti
delle zone limitrofe. Citiamo, ad esempio, il Festival delle Invasioni che ogni estate raduna numerosissimi visitatori
grazie anche ai forti investimenti delle autorità che, di recente, hanno portato a Cosenza cantanti del calibro di Lou
Reed e Patty Smith. Una visita alla Villa Vecchia, insomma, se passate da Cosenza, sarà un valido pretesto per una rilassante
passeggiata nel verde. Il bello è che non dovrete neanche andarci apposta: l’entrata principale del parco è a due passi
dal famoso Teatro A. Rendano, recentemente rinnovato, e dall’imponente statua di Bernardino Telesio (una foto col Filosofo,
una volta in Piazza, è d’obbligo!).
IL MAB – Museo all'aperto Bilotti

Il Museo all’aperto MAB è nato grazie alla donazione di un facoltoso collezionista, nativo di Cosenza poi trasferitosi
negli Stati Uniti, che alla sua morte ha devoluto parte della stupenda collezione d’arte da lui posseduta alla città
natale. Il corso principale della città è così diventato isola pedonale ed ospita adesso una galleria d’arte “en plein air”.
Questo particolare percorso artistico si sviluppa in Corso Mazzini, partendo da Piazza Bilotti fino a Piazza dei Bruzi.
Si tratta di una serie di sculture di artisti di calibro internazionale donate come dicevamo da Carlo Bilotti, morto
a New York nel dicembre del 2006. Il percorso ingloba
anche alcune sculture estranee alla donazione. Al momento è
possibile ammirarvi, tra gli altri, i Bronzi di Sacha Sosno, la Grande Bagnante di Emilio Greco, San Giorgio e il Drago
di Salvador Dalì, Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico, Il cardinale di Giacomo Manzù, quattro Paracarri e la Bifrontale
di Pietro Consagra nonché, dal dicembre 2007 il Lupo della Sila di Mimmo Rotella. Nel mese di novembre 2008 sono state
collocate nel tratto sud dell’area pedonale Le Tre Colonne di Sasha Sosno, mentre a dicembre dello stesso anno è stata
inaugurata la tredicesima scultura del Museo all’aperto donata dalla famiglia Bilotti ai cosentini,
la Testa di Medusa
di Giacomo Manzù.Il 2009 ha regalato alla città dei Bruzi la quattordicesima e quindicesima donazione: l’opera Gli
Archeologi, la seconda di Giorgio De Chirico presente nel MAB e ultima in ordine temporale (luglio 2009) e Il Grande
Metafisico, terza opera di Giorgio de Chirico definita da Enzo Bilotti “ la più bella ed elegante ” .